Cerreto Guidi - Guida Turistica

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Villa Medicea di Cerreto Guidi Villa Medicea di Cerreto Guidi
 La Villa Medicea di Cerreto Guidi si trova nel centro di Cerreto Guidi, in provincia di Firenze. Tra le poche ville medicee ad essere stabilmente aperte come museo, ospita dal 2002 il Museo storico della caccia e del territorio.
  Situata su un colle confinante con le regione di interesse strategico del Padule di Fucecchio, la villa fu costruita su un precedente castello dei conti Guidi, che lasciarono il loro nome alla località. L'edificazioine si deve a Cosimo I, che fece creare una residenza di caccia piuttosto semplice verso il 1555, subito dopo l'inclusione della cittadini nei possedimenti del ducato di Toscana.
 L'architetto incaricato della progettazione non è conosciuto con certezza. Per attribuzione si indica Bernardo Buontalenti, per confronto con altre opere dell'artista. La sua mano sarebbe particolarmente evidente nella realizzazione delle due enormi rampe di scale simmetriche a zig-zag, che si ritrovano anche in altri suoi progetti, e che danno alla villa un'imponente aspetto di fortezza. Studi recenti hanno però riconosciuto le rampe come eseguite in un secondo momento rispetto al corpo della villa, che evrrebbero a inquadrarsi dopo l'elaborazione di Pratolino (1569-1575) e del Forte di Belvedere (1590-1595).
 La costruzione in loco venne seguita dall'architetto David Fortuni, già assistente del Tribolo, che nel 1575 passava il testimone al Alfonso Parigi il Vecchio, che presumibilmente completò l'edificio. Una nota dello stesso Alfonso fa pensare al Buontalenti che "passa il testimone" al nuovo architetto, quindi l'ipotesi di un progetto buontalentiano è ancora di più suffragata. La distribuzione originaria degli spazi interni della villa sottintendeva la possibile funzione militare, con stanze con i soffitti bassi, e ambienti per ospitare cavalli e altri animali.
 La villa venne usata spesso in tutte le stagioni, sia per le battute di caccia, sia come punto di sosta nei frequenti spostamento tra Firenze e Pisa o Livorno. Il 15 luglio 1576 avvenne nella villa il brutale assassinio di Isabella de' Medici ad opera del marito Paolo Giordano I Orsini, aiutato forse da uno o più sicari. La donna venne uccisa per strangolamento in punizione della sua infedeltà. All'epoca la villa apparteneva a Don Giovanni de' Medici, fratello di Isabella, il quale alla sua morte (1621) lasciò le sue proprietà a l nipote Don Lorenzo de' Medici. Dopo la scomparsa di Don Lorenzo, che non ebbe figli, la villa passò a suo fratello il Granduca Cosimo II, che la donò a suo figlio, il cardinale Leopoldo de' Medici (1671).
 Quando la villa passò al cardinale, si procedette a una ristrutturazione interna per dare una assetto più residenziale e signorile all'edificio. Con la morte di Leopoldo (1675) la villa tornò a Cosimo II e poco tempo dopo vennero stesi due inventari (1705 e 1728), preziosi documenti che ci informano come la villa fosse arredata con dipinti di pregio (di Alessandro Allori, Matteo Rosselli, Andrea del Sarto...) e arazzi, alcuni dei quali sono stati forse identificati come eseguiti su disegno di Giovanni Stradano.
 Passata ai Lorena dopo l'estinzione della casata dei Medici (1738) fu alienata con un atto datato 29 maggio 1780 alla famiglia pistoiese dei Tonini. In seguito fu ceduta ai Maggi, di Livorno nel 1821, i quali realizzarono il passaggio verso l'attigua pieve di San Leonardo tramite un massiccio porticato. Fu acquistata poi da Maddalena Dotti ved. da Filicaja nel 1885 che la regalò al genero Giovanni Geddes[1], che ne curò un riarredo e una decorazione pittorica di una sala al pian terreno del pittore Ruggero Focardi illustrante i beni delle famiglie Dotti e da Filicaja, nel 1966 venne acquistata poi da Galliano Boldrini, che tre anni più tardi la donò allo Stato Italiano a condizione di farne un museo nazionale.
Il Museo storico della caccia e del territorio
 Il Museo storico della caccia e del territorio fu inaugurato il 28 settembre 2002 ed è dedicato alle armi soprattutto da cacia e da tiro, in parte provenienti dall'eredità Bardini, in parte dalle armi dismesse dalle autorità di polizia, in parte provenienti da depositi, donazioni e prestiti temporanei. Le armi sono esposte in vetrine antiche che un tempo si trovavano nel Museo degli argenti di Palazzo Pitti a Firenze, nelle sale al primo piano, mentre i coltelli e le armi bianche si trovano in una sala al piano terreno. Tra gli esemplari pià pregiati si conservano alcune armi appartenute al Granduca Pietro Leopoldo e a Ferdinando III d'Asburgo-Lorena.
 Degna di nota è la Pieve di San Leonardo eretta probabilmente nel 1180, unendo la vecchia Pieve di S. Pietro alla nuova chiesa di S. Leonardo; all'interno della chiesa possiamo ammirare tra le altre cose, un fonte battesimale dei Della Robbia e un prezioso Crocifisso trecentesco.
 Nel centro storico del paese si può ammirare la Palazzina dei Cacciatori, sulla quale è ancora visibile lo stemma dei Medici. Accanto alla Palazzina c'è una piccola casetta, detta "di Caterina", che si vuole sia la casa natale della madre di Leonardo da Vinci.
 Da vedere inoltre il Santuario di Santa Liberata e l'Oratorio di San Jacopo.
  La Villa Medicea di Stabbia si trova nel centro Stabbia, una frazione di Cerreto Guidi (provincia di Firenze). Fa parte di un nutrito gruppo di ville minori o ville-fattoria che i Medici eressero nei territori da loro controllati, con maggiore frequenza nella seconda metà del Cinquecento La villa prende il nome dal poggio omonimo, in una posizione panoramica nei pressi sia della Villa medicea di Cerreto Guidi, sia della zona paludosa del Padule di Fucecchio. Questo luogo era stato sfruttato dalla repubblica Fiorentina sin dall'inizio del Quattrocento, per le risorse faunistiche e ittiche della zona del Padule, ma fu Cosimo I che vi fece costruire una residenza tra il 1548 e il 1568, riedificando una precedente fortificaziione appartenuta alla famiglia Soderini e comprata dai Medici già dal Duca Alessandro.
 Il progetto è attribuito a Niccolò Tribolo, coadiuvato da Davide Fortini, che nel 1550, prima della prematura morte, stava lavorando anche alla costruzione di argini nel vicino lago di Fucecchio.
 La villa era degna di figurare tra le prestigiose proprietà della casata ed aveva un ampio salone centrale, portali in pietra serena e un mezzanino per la servitù. Nel 1568 un inventario dei beni di Cosimo I la descrive come "un palazzo da signore con una piazza dinnanzi il Lago, con un poco d'orto dietro et una stalletta sulla piazza". Facevano parte della tenuta anche le fornaci, le case per i contadini e tredici poteri, gestiti da due fattori.
 La villa, centro amministrativo delle proprietà medicee nel padule, venne donata da Cosimo ai figli Don Pietro e il cardinale Ferdinando, ma perse gradualemnet di importanza via via che nuove fattorie granducali venivano costruite nella Valdinievole(Ponte a Cappiano, Montevettolini, Bellavista e Castelmartini) in concomitanza con i lavori di bonifica che proseguivano nel lago.
 Passata al figlio di Ferdinando Don Lorenzo de' Medici, che si distinse per l'oculata amministrazione, confluì nei possedimenti dei Lorena con la scomparsa della casata medicea. I nuovi granduchi avevano una visione completamente diversa delle ville, più utilitaristica e legata a un concetto di rendiconto immediato, per cui decisero di alienare gran parte del patrimonio fondiario mediceo dopo il 1777. da allora è sempre rimasta in mani private e lo è tutt'ora, per cui non è aperta al pubblico.